Litorale da ricordare
Kino Cavallino, un cinema... polivalente
Chiuse nel 1983, dopo aver offerto per quasi 40 anni a residenti e turisti
tanti spettacoli ed emozioni
di Marco Agazia
Come molti ricorderanno, tra le sale di proiezione, oggi purtroppo scomparse da Cavallino-Treporti, si annovera il Cinema Cavallino. La sua storia si può raccontare ripercorrendo con la memoria le varie gestioni, che furono comunque appannaggio sempre di un "ceppo" della famiglia Ballarin, eccezione fatta per
un breve periodo nell'immediato dopoguerra. Originariamente il cinema venne aperto in via Pordelio, di fronte allo splendido scenario della laguna, nell'area sovrastante il vecchio mulino che in quel luogo sorse nel lontano 1935. Il cinema, invece, fu edificato nel 1944 utilizzando in parte anche le pietre del vecchio faro (distrutto dall'esercito tedesco) ad opera della famiglia Baffi di Jesolo che lo diede in gestione alla famiglia Calvi, lo stesso titolare del mulino, che se ne occupò fino al 1950. Dal 1951 inizia, con l'acquisto da parte della famiglia Ballarin, composta da Emilio, Virginia e i loro 12 figli, una lunga storia di passione ed inventiva. La capienza del cinema era di circa 250 posti ma con la gente in piedi (una volta le regole non erano così ferree) si riusciva a far entrare anche 350 spettatori.
D'estate il cinema, tramite un ingegnoso sistema ideato da Piero (uno dei 12 fratelli), si trasformava in arena all'aperto usando uno spazio che aveva all'incirca la medesima capacità, raddoppiando così i posti a sedere. Già dal 1955 si iniziò a proiettare d'estate film in lingua tedesca per i primi turisti del litorale. Tra le pellicole più famose proiettate all'epoca si ricordano "Malafemmina" del 1956, e per la prima volta in cinemascope, "Via col vento", e poi ancora "Tormenti", "Sansone e Dalila", "Marcellino pane e vino" del recentemente scomparso regista Comencini (era il 1958), "Ben Hur" (1960), "I figli di nessuno",
"La tunica", "Pane, amore e...", "I dieci comandamenti". All'epoca di "Lascia e raddoppia", al giovedì, si interrompeva la programmazione cinematografica per far spazio alla televisione, che posizionata davanti al grande schermo teneva incollati gli spettatori con il seguitissimo quiz proposto dall'inossidabile Mike Bongiorno. Nel 1961 iniziò una nuova era del cinema Cavallino, dopo che era stato dichiarato, a causa di varie peripezie burocratiche, inagibile. Si decise di spostarne l'ubicazione e così fu riaperto sempre a Cavallino ma in via Fausta, vicino a dove oggi sorge la stazione di servizio Q8 e dove ha sede l'Assocamping. Il nuovo cinema, sempre di proprietà dei fratelli Ballarin, viene gestito da Virgilio, Piero e Benito. I film di successo di allora, nei ricordi di Virgilio e Benito (addetto operatore alla macchina di proiezione), erano gli spaghetti western di Sergio Leone: "Per un pugno di dollari" e "Il buono, il brutto e il cattivo" e i film storico-mitologici (i vari Maciste ed Ercole contro tutti...). D' estate, però, continuavano a farla da padroni i film in lingua tedesca. Numerosi furono anche gli spettacoli di magia e teatrali che videro anche come protagonista anche il mago Silvan. Spesso si organizzavano cicli di cineforum che riscuotevano un buon successo di partecipazione.
Nel 1977 la gestione passa ad uno soltanto dei 12 fratelli, a Cesare e, un anno dopo, a suo figlio più giovane, Giorgio. Anche in questo periodo furono numerosi i film di successo proiettati: "I Blues Brothers", "Aliens", "Guerre stellari", "The Warriors - i guerrieri della notte", "Incontri ravvicinati del 3° tipo", "Arancia meccanica", "Barry Lindon", "L'Esorcista": film, che possiamo dire senza timore di smentita, hanno lasciato un segno nella storia della cinematografia mondiale. Si fecero anche intere rassegne a tema come quelle a carattere musicale: "La febbre del sabato sera", "Grease", "Fame - saranno famosi", "American Graffiti" e "Jesus Christ Superstar". Ma la sala ospitò anche spettacoli di altro genere, manifestazioni teatrali e musicali, tra cui il primo minifestival per bambini che vide, in una cornice stile "Zecchino d'Oro", la partecipazione di circa dieci bambini accompagnati dal Coro di Caposile diretto da Don Armando Durighetto. Molte volte alla mattina si proiettavano film educativi per le scuole del litorale.
D'estate, come già detto, il cinema si trasformava in un piccolo angolo di Germania, riempiendosi di turisti che potevano assistere a ben due film in lingua tedesca pagando un unico biglietto. I titoli che, in questo caso, andavano per la maggiore, erano quelli dei mitici Bud Spencer e Terence Hill: certi loro film furono proiettati anche trenta volte in una sola stagione. Non mancano eventi e aneddoti curiosi da ricordare. Come quando venne proiettato "Inferno di cristallo" e la gente in sala sentì un forte odore di bruciato. Purtroppo non si trattava di un effetto suggestivo del film: realmente si erano bruciate le casse acustiche e lo spettacolo dovette essere sospeso. In un'altra occasione, durante la visione di un film in lingua tedesca, la pellicola si ruppe pochi fotogrammi prima che comparisse sullo schermo la parola "fine". Gli spettatori non si mossero e a nulla valsero i tentativi di mandare in onda l'ultimo, brevissimo spezzone del film. Fu così che Giorgio decise di pronunciare lui la parola fine: fece accendere le luci e andò sopra il palco, annunciando
agli stupiti astanti che lo spettacolo era concluso. Il pubblico tedesco, superato lo stupore, salutarono
con un grande applauso l'originale chiusura della proiezione e un giornalista della testata "Der Spiegel", presente in sala, riportò l'accaduto in un articolo del giornale, dipingendola come una fantasiosa trovata degli italiani.
Una fantasia che nel 1983, al cinema di Cavallino si interruppe.
L'immobile fu venduto da Giorgio ad Arturo Pagnacche che lo trasformò in un negozio di mobili. Finì così, non senza qualche rimpianto di Giorgio, l'avventura della storica sala cavallinotta. Le sedie nuove, da poco installate, furono cedute in parte al cinema di San Piero in Volta e in parte al patronato
di Ca' Gamba, mentre l'attrezzatura per la proiezione fu venduta ad una ditta di Padova. Certo è, che con la scomparsa del cinema, Cavallino perse un pezzo importante della sua più recente storia: un luogo di aggregazione e di cultura difficile da rimpiazzare. Giorgio racconta che, poco prima della chiusura, venne proposto al Comune di Venezia di acquistare la sala ad un prezzo più che abbordabile per una Amministrazione comunale a cui certo non mancavano le risorse. Ma, anche in quel caso Venezia scrollò le spalle e rinunciò alla pur ghiotta occasione. Non rinunciò, invece, a spendere miliardi di lire poco tempo dopo per acquistare la sala del "Corso" di Mestre.
Ma questa è un'altra storia...
(Testo di Marco Agazia, tratto da "Il Litorale" Anno 8 n° 2 periodico d'informazione di Cavallino-Treporti)
tel. 041-5370765 fax 041-5371311 e-mail: info@cavallino-treporti.net
La Trattoria Laguna, era l'entrata al vecchio Cinema Cavallino sopra il mulino.
La scala a chiocciola
Link: il Magico Raggio di Luce del Cinema Kino Cavallino
di Mauro Nobilini
Sulle tracce della memoria in un lampo improvviso, inaspettato, il riemergere esplosivo di fotogrammi,
ricordi, storie, vite, relazioni, affetti, nella semplice coincidenza del vedere esposta a Bologna,
un'antica scala a chiocciola di ghisa in stile Art Decò..... segue articolo special artling Kino Cavallino
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