nella foto
Studio Unicorno 1991-2001
testo critico
di Franco Berardi - Studio Ercolani 2000
Quando entro nello studio in cui NOBILINI dipinge i suoi quadri, in una lontana periferia, sotto un tetto di eternit su cui senti zampettare piccioni, ho la senzazione di una sospensione del tempo, e intorno a me ci sono dipinti di luminosità serena.
("I volti del Dharma"1991)
Se ci fermiamo qui, se prendiamo alla lettera quel che stiamo vedendo (come se fosse mai possibile prendere i segni alla lettera, come se il colore il suono o la parola fossero solo quello che sono) penseremmo di avere a che fare con un madonnaro orientaleggiante. Volti sorridenti dei grandi illuminati, montagne innevate e colori senza tempo.
("I volti del Dharma II"1991)
Divertente, perchè no, ma non poi tanto. Ma Nobilini non è quello che sembra (come ogni altra cosa al mondo, del resto. Per lui di più).
Risaliamo strato dopo strato dalla luminosità mistica pop dell'attuale produzione, ieratica e distante, verso gli strati precedenti, la lontana preistoria del presente.
Risaliamo fin verso l'inizio della presente epoca POSTUMANA: primi anni ottanta,
("ELECTRA 1 - POPULAROID: Polaroid Photo Gallery"1981)
nowave (i testimoni sono tutti morti, alcuni come me sopravvivono, ma sono cerebralmente disconnessi). Risaliamo verso il pop fumettistico dei primi anni ottanta,
("Il pasto crudo"1978)
verso il CIBERPUNK avant la lettre di una performance che alla Galleria Cavour vide automi telecomandati da Nobilini per mezzo di pulsanti.
("ADAPTO HIGH SCORE"1980)
Risaliamo, verso la psycho performance che alla Galleria d'arte moderna scandalizzò terrorizzando la coscienza semiviva-semimorta di noi tutti.
("Mio Ubu"1984)
Allora l'umano si dibatteva in agonia con sussulti nervosi spasmi di vitalità anfetaminizzata, urla metalliche. Poi emerse una coscienza nuova: non devi avere paura dei demoni, perchè essi non sono altro che allucinazioni della tua mente.
("GHOSTFOX"1985)
L'IMPERMANENZA è dominio dell'immoto, dominio dell'eterna assenza. Quella coscienza non ignora che il mondo esiste, non ignora l'assurda velocità e lo spettacolo idiota della comunicazione ininterrotta. Non ignora, ma sospende.
C'è una continuità tra l'oscuro spiritismo degli anni nowave (che furono gli anni di Rammelzee, di Lydia Luch, di Jimmy Chance di CANNIBALE e dei Gaz Nevada) e la luninosità immobilmente Zen del presente di chi, illuminato nella distanza, ascolta solo il silenzio?
"Lo spirito, nella teoria di Charon, si identifica con la corrente stessa di elettricità che pervade l'universo e i nostri corpi; lo spirito è il campo magnetico che satura di sè il cosmo."
Quando parliamo di spirito stiamo parlando di una dimensione sottile della materia, la stessa che DEMOCRITO chiama atomo, e Norbert Wiener chiama informazione.
Questa materia spirito attraversò il mondo umano, e poi a un certo punto lo abbandonò.
Nei primi anni ottanta l'INFOCIRCUITO cominciò ad innervarsi nel corpo desensibilizzato dell'umanità moribonda in un progressivo distacco dell'intelligenza dal corpo. L'intelligenza devitalizzata si trova oggi tutta depositata in circuiti di silicio e di fibra ottica.
Dopo aver litigato definitivamente con il genere umano, Nobilini fece il suo viaggio in India, e ritornò per ritirarsi in uno spazio sospeso sotto l'eternit su cui i piccioni scagazzando zampettano. Lì vive e dipinge in una dimensione che non ha nulla a che fare con il fluire del mondo, il successo, il mercato, la comunicazione (...)
Franco Berardi "BIFO"
("Studio Ercolani"2000)
Oggi anche lo studio Unicorno vive solo nella memoria virtuale ed è depositata in circuiti di silicio e di fibra ottica.
Mauro Nobilini
("LING-KU"2000-2001)
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